Conferimento di funzioni fondamentali del Comune di Faenza all’Unione dei Comuni; Malpezzi incassa il voto favorevole della maggioranza. Dall’1 gennaio 2017 pagheranno i cittadini!
Dall’inizio del nuovo anno rimarranno in capo al Comune di Faenza solamente la gestione di Cultura, Sport e Patrimonio, ma ci aspettiamo a breve novità anche su quest’ultimo comparto. Risorse finanziarie comunali al momento quantificate in 16,3 milioni di euro, saranno gestite dall’Unione. Tutto il personale viene trasferito.
La nuova organizzazione? Per ora non ancora del tutto definita. A treno lanciato a tutta velocità l’amministrazione si rende conto di dover ricorrere ad una pluriennale consulenza esterna, generando, quindi, costi aggiuntivi per gestire la messa a regime di nuove soluzioni organizzative. Non sono definiti i vantaggi economici e gli obiettivi qualitativi e quantitativi che si vogliono raggiungere. Si parla del 2020 per vedere qualche economia di spesa.
E per i cittadini cosa cambia? Il livello e la qualità dei servizi quale sarà?
Per ora si chiedono sacrifici ai dipendenti, che già nella fase di trasferimento subiscono il primo impatto economico negativo, vedendosi trattenere in un sol colpo tutta l’addizionale IRPEF (mediamente 450 euro), mentre nei precedenti trasferimenti questa misura era stata spalmata su un intero anno. Come denunciato da una nostra interpellanza e confermato dal Sindaco nella seduta di ieri (qui il testo del documento). Dovranno far fronte a cambiamenti di attività, in parte anche di sedi di lavoro, senza un quadro definito a priori e senza un adeguato accompagnamento al momento dell’avvio della nuova struttura. L’importante è partire, poi si vedrà.
Sicuramente cambia la possibilità di incidere sulle decisioni da parte delle comunità locali. Le scelte verranno fatte in un organismo, l’Unione, dove i consiglieri sono nominati dai consigli comunali e non eletti direttamente, in cui non sono rappresentate tutte le componenti politiche presenti nei consigli comunali; dove gli assessori sono i sindaci dei Comuni dell’Unione; dove non c’è un lavoro tecnico conoscitivo e di confronto come quello fatto nelle Commissioni Comunali. Molte decisioni politiche vengono scippate ai cittadini, semplicemente trasformandole in soluzioni organizzative; razionalizzare, uniformare, omogeneizzare gli acquisti, i procedimenti, i servizi.
Chi sarà a decidere quale sia il criterio su cui uniformarsi? Se Faenza privilegia i servizi per l’infanzia in convenzione con privati e altri Comuni no, chi dovrà abdicare? Se Faenza ha attribuito la riscossione dei tributi ad esattori che chiedono una percentuale sugli incassi, mentre altri Comuni riscuotono direttamente le tasse, quale sarà la soluzione a regime?
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