Mozione sull’interruzione di gravidanza: il de profundis della sinistra faentina

Nonostante siano trascorsi 38 anni dall’entrata in vigore della legge 194, evidentemente dobbiamo ancora vigilare perchè l’interruzione volontaria di gravidanza sia un diritto delle donne e non la concessione di uno “stato paternalista”, costantemente impegnato ad erodere le possibilità concrete di applicazione della legge stessa.

La mozione presentata Lunedì 3 Ottobre in Consiglio dal gruppo de “La Tua Faenza” è, secondo noi, indiscutibilmente figlia di questo pensiero “paternalistico”.
Purtroppo, anche la versione emendata dal Pd, leggermente migliorata, non cambia nulla nella sostanza, che è quella di considerare le donne incapaci di intendere e di volere.

Chiedere che l’Azienda Sanitaria Locale imponga ad una persona adulta, che ha compiuto una scelta libera se pur dolorosa, un colloquio con i servizi sociali, con l’intento di farle cambiare idea, equivale a non riconoscerne la piena capacità di autodeterminazione.
Visto che stiamo parlando di un diritto, sarà la donna , eventualmente, ad attivare i servizi sociali se ritiene di averne la necessità.

Ma non basta… se questa donna si dovesse ripresentare per una ulteriore interruzione di gravidanza la mozione prevede di richiedere ben due colloqui di sostegno psicologico…come dire: “questa donna è recidiva, dovrà pur avere delle turbe…”

Sembra di fare un tuffo nel passato, in quel mondo in cui si pensava che le donne da sole non fossero in grado di prendere decisioni perchè psicologicamente troppo deboli, preda di sbalzi umorali che ne inficiavano la capacità di giudizio.

Quell’assistente sociale che si vorrebbe imporre ai colloqui ricorda tanto quel tempo oscuro, ma purtroppo non così lontano.

Abbiamo assistito lunedì alla fine, al de profundis, della sinistra faentina che non può certo definirsi progressista, laica e a favore dei diritti e poi votare un documento come questo.

Per il M5S questa mozione era ed è inaccettabile e il nostro voto è stato convintamente contrario.


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