Ambiente ed Energia
Prevenzione: – Inquinamento = + Salute
La nostra Regione, soprattutto la pianura padana, sulle cartine geografiche che riportano i dati relativi all’inquinamento, è una delle aree più inquinate del mondo. Anche a Faenza la situazione non è delle migliori. La qualità dell’aria è già ampiamente compromessa, oltre che dall’aumento esponenziale del traffico veicolare, dalle vecchie caldaie e dal consumo di suolo con conseguente riduzione di spazi verdi, anche e soprattutto dai tanti impianti inquinanti presenti nella nostra cittadina. Polo ceramico, distillerie, inceneritori a biomasse e di rifiuti. Senza dimenticare gli impianti presenti nei comuni limitrofi. Per non parlare degli insopportabili e puzzolenti miasmi che avvolgono la zona vicina al casello autostradale, che ci hanno reso tristemente noti in tutta Italia e che rendono difficilissima la vita degli abitanti. Quanti veleni ancora pensate che la popolazione possa sopportare? Per il Movimento 5 Stelle i livelli massimi sono già stati raggiunti e superati. Bisogna diminuire considerevolmente l’inquinamento e in tempi molto brevi. La salute è un bene primario ed un diritto inalienabile, che è sancito dall’Art.32 della Costituzione Italiana e che va garantito a tutti. Considerato che la prima cura è la prevenzione, ci impegneremo per creare un ambiente più sano al fine di evitare l’insorgere di malattie e di patologie, soprattutto tumorali, nel cui campo purtroppo il nostro territorio registra un triste primato. L’inquinamento atmosferico comporta spesso numerose conseguenze a carico della salute: provoca la riduzione della funzionalità polmonare, l’aumento delle malattie respiratorie nei bambini, gli attacchi acuti di bronchite, l’aggravamento dei quadri di asma. Il tutto comporta un forte incremento nei decessi fra le persone più sensibili a determinati inquinanti, come gli anziani o le persone affette da malattie respiratorie e cardiovascolari. I nostri corpi sono poi continuamente esposti all’azione di svariati altri agenti inquinanti che sono presenti nel cibo che mangiamo e nell’acqua che beviamo. Riteniamo che sia compito dell’Amministrazione Comunale mettere in campo politiche mirate per identificare e ridurre, gradualmente ma definitivamente, la presenza delle sostanze tossiche attualmente conosciute nel nostro ambiente di vita, come:
- ARPA Controllo, verifica e rendiconto mensile delle attività di ARPA sul territorio faentino;
- Monitoraggio aria Istituzione di un adeguato numero di centraline per monitorare non solo il PM10 ma anche il PM2.5 (più pericoloso); monitoraggio di diossine, benzene e metalli pesanti;
- Monitoraggio acqua Mappatura delle acque con controllo sistematico della loro qualità, con riferimento anche ad inquinanti derivanti da attività industriali;
- Prevenzione eventi calamitosi ad impatto ambientale Sollecitare gli enti deputati affinché attuino una costante verifica degli aspetti di prevenzione, di pronto intervento e di garanzia di gestione in sicurezza del territorio e delle attività su questo insediate;
- Sportello Ambiente Istituzione di uno “Sportello Ambiente” aperto ai cittadini in stretta collaborazione con i NOE (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri);
- Registro Tumori Possibilità di acquisire, in tempo reale, tutti i dati dal Registro Tumori, in modo da avere un monitoraggio costante dell’incidenza del cancro.
3.1 Salvaguardia del territorio
Premessa
Aria, acqua, terra, flora e fauna sono risorse insostituibili del territorio e dell’intera società e costituiscono legame diretto con la vita.
Come loro custodi è assolutamente prioritaria e indiscutibile l’esigenza di intraprendere azioni decise per la loro tutela e il loro eventuale recupero nel momento in cui siano in pericolo.
Azioni
Tutela dell’aria La qualità dell’aria è direttamente connessa negli ambiti cittadini all’inquinamento dovuto principalmente alle auto e alle immissioni inquinanti dell’industria e dei numerosi impianti di combustione presenti in città. Per la sua salvaguardia è necessario prevedere strumenti di regolamentazione del traffico come un piano di mobilità sostenibile e azioni volte a contrastare alcune pratiche energetiche fortemente dannose per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Su questi argomenti il presente programma ha capitoli a sé stanti (vedi Programma Mobilità, Rifiuti ed Energia).
Tutela delle acque In primo luogo il ruolo dell’amministrazione dovrà essere volto alla massima collaborazione con gli agricoltori e i cittadini, oltre che con le Autorità di Bacino, per la salvaguardia e la messa in sicurezza del territorio, la cui carenza ha causato recentemente i disastri che ben conosciamo (allagamenti e dissesto idrogeologico). Le disastrose piene dei fiumi Lamone e Marzeno e di altri corsi d’acqua minori degli ultimi tempi, dovuti alle abbondanti piogge, rappresentano eventi che vogliamo continuare a definire “eccezionali”, ma che purtroppo le cronache recenti della nostra zona e del resto del Paese ci fanno temere che dovremo affrontare sempre più spesso; in questo stato di cose, per cercare di prevenire o quantomeno limitare i danni, diventa prioritario rivedere le politiche e gli investimenti in ambito di tutela del territorio, cura e manutenzione dello stesso e delle infrastrutture, pulizia di corsi d’acqua, vie di comunicazione e condutture di scolo naturali ed artificiali. Per quanto riguarda, per esempio, i problemi creati dai fossi che non vengono puliti, per cui l’acqua piovana ristagna e poi esonda sul piano stradale, ogni cittadino sarà autorizzato, invitato e responsabilizzato a riprendere a pulire e curare il fosso davanti alla propria proprietà, come si faceva un tempo, nell’interesse suo e della collettività, con il coordinamento del Quartiere di riferimento. Oltre a quello del recupero e della manutenzione, si potrebbero raggiungere altri obiettivi, come quello di ricreare il senso di Comunità dei cittadini che si sentono coinvolti in questo recupero. I Quartieri, a loro volta, potrebbero ridare un senso alla loro funzione, oggi svuotata in gran parte di contenuti e responsabilità. In occasioni passate gli allagamenti avvenuti nelle aree urbane della città, non sono state causate dall’esondazione del fiume, ma dal cattivo funzionamento degli organi di ritegno deputati a contenere i potenziali riflussi dal fiume alla rete fognaria. Il gestore della rete dovrà essere sollecitato al continuo controllo della piena funzionalità della stessa e dei sistemi di sicurezza anti-riflusso. L’acqua, in relazione all’ambiente, è direttamente connessa per il territorio faentino con lo stato di salute del fiume Lamone. Da diversi anni, tra Giugno e Settembre, diventa un sentiero con pozzanghere d’acqua putrida. Per metà dell’anno il fiume appare sfigurato e degradato sul piano ecologico. Occorre prevenire tale situazione di degrado intervenendo sulla gestione delle acque, con una strategia complessiva di gestione del territorio che eviti di trasformare i fiumi in canali da sfruttare e riduca al minimo i danni ecologici, igienici e paesaggistici provocati dallo sfruttamento incontrollato delle risorse idriche. È necessaria una politica più oculata degli attingimenti che preveda la repressione di quelli abusivi. Per migliorare la qualità delle acque e la qualità ambientale dei fiumi occorre affrontare il nodo dell’uso della risorsa idrica. Un’agricoltura più sostenibile sul piano ambientale deve puntare su coltivazioni meno esigenti dal punto di vista idrico e sulla diffusione ulteriore di sistemi di irrigazione che consentano di risparmiare acqua.
Tutela della terra La salvaguardia della terra è invece direttamente connessa alla preservazione dell’ambiente dalla cementificazione. Verrà perseguito il blocco di nuove urbanizzazioni in territorio agricolo (centri commerciali, outlet, industrie, ecc…vedi programma Urbanistica) attraverso la revisione della pianificazione urbanistica e la proposta di “varianti verdi” al Piano regolatore.
Nelle azioni di salvaguardia del territorio agricolo bisogna aggiungere la tutela di tutti quegli elementi che caratterizzano la cultura della nostra terra ed in particolare del paesaggio agricolo quali colture, metodi di coltivazione e prodotti tradizionali che oramai stanno scomparendo.
Tutela di flora e fauna La salvaguardia della componente biotica dell’ambiente, flora e fauna, viene invece assicurata con il mantenimento e l’aumento degli habitat vegetali naturali e degli habitat per la sosta, alimentazione e riproduzione della fauna selvatica. Attraverso i regolamenti comunali occorre garantire il rispetto degli spazi riproduttivi per le specie legate agli edifici (rondini, barbagianni, pipistrelli, ecc…), così come l’utilizzo di rimedi biologici per il contenimento degli insetti infestanti (garantendo così la tutela delle specie insettivore). È necessario perseguire azioni per il censimento, il monitoraggio e la protezione di tutte le aree naturali o in corso di rinaturalizzazione presenti e il rilascio di corridoi ecologici (filari alberati, siepi, corsi d’acqua, boschetti,…) in grado di garantire il flusso biotico di flora e fauna.
3.2 Gestione dei parchi pubblici e tutela del verde urbano
Premessa
Le aree verdi urbane costituiscono un patrimonio di grande valore e un parametro fondamentale per determinare il livello di qualità della vita nella nostra città. I parchi pubblici e tutte le aree verdi urbane, comprese aiuole e alberature stradali, ricoprono infatti importanti funzioni ecologiche e sociali. La sua funzione sociale è assolta rendendo gradevole e accogliente l’aspetto cittadino e creando luoghi di svago e benessere, dove tutti possono trovare la serenità e la tranquillità che troppo spesso negli ambiti urbani sono negate. La sua funzione ecologica, non meno importante e incisiva, è invece assolta grazie alla capacità della vegetazione di assorbire lo smog cittadino. Costituisce quindi un importante fattore di mitigazione degli inquinanti dell’aria, riducendo in modo concreto la presenza dei gas serra (in particolare anidride carbonica) rilasciati dal traffico e dal riscaldamento delle case. Una dotazione di verde urbano la più ampia possibile riveste quindi un ruolo fondamentale per migliorare la qualità dell’aria. Inoltre un’elevata massa di vegetazione influisce notevolmente anche sul microclima urbano, mitigando in particolar modo le temperature elevate che in estate si raggiungono in ambienti dove cemento e asfalto fanno la parte dei padroni. Troppo spesso infatti il verde è relegato a sostenere un ruolo di secondo piano nella pianificazione e nella strutturazione degli ambiti urbani e ancor più in attività edilizie che privilegiano in modo indiscusso e irragionevole la cementificazione alla dotazione di aree a verde. È quindi necessario prevedere e pianificare il verde urbano in modo preventivo e paritario in tutte le attività di strutturazione urbanistica assicurando una dotazione di verde sufficiente ad attivare tutte le funzioni a lui attribuite, non limitandosi al mero rispetto degli obblighi minimi di legge. Le azioni da intraprendere nella gestione del verde urbano saranno, quindi, rivolte a salvaguardare e a potenziare la capacità che ha il verde cittadino di rendere la nostra città più vivibile e sostenibile, assicurandone le funzioni sociali e ambientali che continuamente la vegetazione ci regala in modo disinteressato. Non dobbiamo infatti dimenticare che ogni angolo di verde dentro la città è un angolo di natura che ci sostiene e protegge. I parchi come luogo di svago e ricreazione, incontro sociale, ristoro e riposo dove organizzare eventi e attività rivolte a stimolare il coinvolgimento dei cittadini. Le aree verdi si prestano infatti ad accogliere manifestazioni culturali di ogni tipo, dall’educazione ambientale agli eventi musicali e teatrali, dalle mostre d’arte ai “Farmer’s Market”. Il verde inteso come luogo non solo di ritiro intimo e rilassante ma anche come luogo di ritrovo e aggregazione sociale. Aumentare quindi gli standard qualitativi e quantitativi del verde urbano è il principale obbiettivo per una corretta gestione della città. Per quanto riguarda il verde esistente ed in particolare il verde storico sono quindi necessarie azioni di salvaguardia e riqualificazione laddove le sue potenzialità ricreative, sociali ed ecologiche sono in pericolo a causa di inadeguatezza delle strutture vegetali e di arredi che spesso versano in stato di degrado e abbandono.
Azioni
Messa in sicurezza e salvaguardia Messa in sicurezza dei percorsi pedonali e ciclabili, degli arredi e dei giochi per bambini, cura e salvaguardia delle alberature storiche e monumentali e controllo adeguato della vegetazione inserita abusivamente e incoscientemente. Il Parco Pubblico Bucci è il principale parco faentino, un valore aggiunto ambientale e sociale ed il polmone verde per eccellenza della città; è visitato da moltissime persone provenienti anche da altre città ed è luogo di svago e relax per i faentini stessi. Non devono più riproporsi le condizioni di degrado di tempi ancora recenti. Dovrà rimanere un patrimonio pubblico di proprietà comunale non soggetto, come avvenuto in passato, ad interessi privati ed imprenditoriali, e l’amministrazione deve destinare allo stesso tutte le risorse possibili per consentire una adeguata cura della flora e della fauna.
Censimento aree verdi Censire le aree abbandonate ed incolte, come quelle per cui bastano piccole manutenzioni Definirne il potenziale utilizzo (per spazi verdi, orti didattici, ecc. ) e successivamente individuare gruppi di cittadini disponibili a farsene carico, fin dalla progettazione alla conservazione e manutenzione, attraverso accordi e convenzioni con l’amministrazione e la supervisione dei Quartieri, che saranno i veri coordinatori del progetto.
Razionalizzazione della gestione Razionalizzare le attività di manutenzione e contemplare nuovi strumenti. Passare da un’impostazione dei servizi (non solo di manutenzione del verde, ma anche pulizia strade e pulizia giardini), gestita per settori, ad un’impostazione di gestione integrata per razionalizzare tutte le attività in modo da ottimizzare i tempi e ridurre gli sprechi economici, a beneficio dell’ordine cittadino, in particolare in un periodo di restrizione delle risorse come questo.
Verde funzionale Creare, nei poli a destinazione artigianale e industriale, strutture vegetali realmente in grado di sostenere la funzione di mitigazione degli impatti ambientali conseguenti alle attività produttive e, secondariamente, la funzione ricreativa utile al ristoro dei lavoratori. Nei poli a destinazione residenziale è necessario creare ambiti verdi di grande pregio ornamentale in grado di sostenere principalmente sia la funzione sociale e ricreativa che ecologico/ambientale.
Qualità del verde stradale Migliorare la qualità del verde stradale ed in particolare del verde di pertinenza dei parcheggi attraverso la realizzazione di parcheggi permeabili e assicurando uno spazio adatto per le tipologie di vegetazione piantumata. La stabilità e la salute delle piante è infatti direttamente correlata allo stato di salute del loro apparato radicale. Troppo spesso infatti si vedono alberature di grandi dimensioni e pregio relegate in spazi troppo esigui per assicurare la loro salute.
Verde e blu La gestione del verde pubblico, dovrà riguardare anche la gestione dell’acqua necessaria al suo mantenimento, in particolare nei primi anni di piantumazione, i più critici. Riutilizzare acqua piovana depurata in vasche di fitodepurazione e accumulata in appositi depositi sotterranei è un’azione che influisce notevolmente sul bilancio di richiesta idrica delle aree verdi. Tramite la fitodepurazione è possibile riutilizzare la pioggia caduta su aree impermeabili quali strade e tetti.
Recuperare aree abbandonate e incolte anche attraverso la libera iniziativa di cittadini che volontariamente potranno abbellire questi spazi.
Da “Un bimbo un albero” al patrimonio verde collettivo Piantare un albero nei parchi cittadini in occasione della nascita di ogni bambina o bambina. Dare costanza ad attività di piantumazione da svolgere collettivamente sostenendo la creazione di un legame creativo e di cura tra l’azione dei cittadini ed il patrimonio verde comunale.
Corridoi verdi Attraverso la revisione della pianificazione urbanistica, proporre la realizzazione di corridoi verdi che attraversano la città in modo che, in concomitanza alla realizzazione di percorsi ciclo-pedonali immersi nel verde, possano costituire un percorso preferenziale e di grande valore per l’immagine di Faenza. Inoltre la realizzazione di ampie cinture verdi con funzione di parchi ecologici di coronamento urbano nell’immediato ambito periferico del centro cittadino con grandi masse vegetali, permetterebbe di avere a disposizione un polmone naturale in grado di migliorare la qualità di aria e clima. Di esempio è il caso del fiume Lamone. Si tratta di un ambito verde di grande pregio ancora poco sfruttato e valorizzato. La costituzione di un parco fluviale lungo il suo percorso, (esperienza già percorsa e realizzata da diverse altre città che si sta cercando di concretizzare in parte anche sul nostro territorio grazie soprattutto all’impegno di cittadini volontari), di superficie estesa e allungata, permetterebbe una gestione differenziata di diversi ambiti (ricreativi, culturali ed ecologici) dando alla città una struttura di grande valore naturalistico, ecologico e sociale. L’amministrazione dovrà riuscire a portare a conclusione nel migliore dei modi questo progetto e dare seguito ad interessanti già proposte fatte da cittadini come la creazione di un anello verde ciclabile intorno nella città di Faenza.
Pesticidi in città Vietare fin da subito l’impiego di qualsiasi prodotto fitosanitario e biocida nelle aree non agricole del Comune (parchi, cigli stradali e ferroviari, fossi, viali, verde pubblico e privato, orti pubblici ecc.), utilizzando misure di controllo biologico. I pesticidi causano gravi danni agli ecosistemi, accrescono il rischio di malattie neurodegenerative e del cancro, interferiscono con il sistema ormonale, con effetti ancora più importanti sui feti e sui bambini. Il costo umano, ambientale ed economico di un uso intensivo dei pesticidi è inaccettabile (Vedi Programma Agricoltura).
3.3 Rifiuti: una rivoluzione culturale
Premessa
Ambiente e rifiuti sono tematiche strettamente correlate fra di loro. Il problema dei rifiuti non si risolve costruendo obsoleti inceneritori e discariche sempre più grandi, ma attraverso interventi tesi a ridurre la produzione degli stessi. Il nostro piano alternativo di corretta gestione dei rifiuti è già stato sperimentato in tante altre realtà grandi e piccole italiane, con ottimi risultati. Come in natura tutto si ricicla e nulla si distrugge, così anche nella nostra soluzione per i rifiuti, bisogna riuscire a diminuirne la produzione adottando pratiche virtuose di recupero e riciclo e poi vietare la produzione di tutti quei materiali che non sono riciclabili o compostabili. Così si ridurrà drasticamente l’utilizzo di inceneritori e discariche, portando alla chiusura di gran parte di quelli esistenti e alla non costruzione di nuovi ecomostri. Il nostro obiettivo finale infatti è arrivare ad una società che sia in grado di riusare o riciclare tutto quello che produce, una vera e propria rivoluzione culturale. I rifiuti non devono essere visti come un problema ma come una risorsa per la comunità, senza peggiorare lo stato di salute del nostro ambiente. Molta parte dell’inquinamento ambientale è causata allo smaltimento dei rifiuti, considerato che in Italia ancora si adottano principalmente due modalità di gestione altamente inquinanti: discariche e inceneritori (chiamati, con una truffa semantica, termovalorizzatori). Il nostro progetto è composto da diverse azioni virtuose che porteranno in tempi brevi all’obiettivo che ci siamo preposti: Rifiuti Zero. Questi temi hanno avuto scarso spazio nel contratto di servizio che il Comune ha ora in essere e che vincolerà per lungo tempo il servizio territoriale. Ciò nonostante si dovrà fare ogni sforzo per attuare l’obbiettivo Rifiuti Zero.
Azioni
Faenza deve diventare un comune virtuoso a Rifiuti Zero attraverso una visione complessiva che individui il percorso migliore per la loro Riduzione, per il loro Riuso e per il loro Riciclo: il ciclo delle tre R.
Raccolta porta a porta Introdurre da subito la raccolta differenziata spinta porta a porta su tutto il territorio comunale, in quanto unico modo per controllare e potenziare la raccolta differenziata, per ottenere un vero riciclaggio di qualità dei materiali e per limitare l’utilizzo di discariche ed inceneritori a CDR (presente anche a Faenza), le cui emissioni sono dannosissime per la salute dei cittadini. Nonostante il nuovo contratto di servizio recentemente definito con Hera per la durata di 15 anni, si dovrà riorientare il servizio per consentire di concretizzare i risultati che il porta a porta consente: una evoluzione della raccolta differenziata, una riduzione del rifiuto residuo, meno rifiuti a smaltimento con conseguente calo delle emissioni inquinanti e maggiore valorizzazione delle frazioni riciclate. Il tutto con effetti economici complessivi sulla collettività praticamente nulli, grazie al contributo della vendite materie prime ricuperate, sia dai minori costi di smaltimento dei rifiuti, sia dai corrispettivi CONAI. L’obiettivo sarà quello di eliminare i cassonetti stradali e portare in breve tempo la percentuale di raccolta differenziata al 70 – 80% (e successivamente anche oltre). L’introduzione della Tariffa Puntuale (si paga per il rifiuto indifferenziato che viene prodotto dalla singola famiglia) sarà poi lo strumento premiante per quei cittadini e per quelle imprese che si impegnano in un’accurata differenziazione e auto-riduzione dei rifiuti (meno rifiuti produci meno paghi). La raccolta differenziata porta a porta dovrà coinvolgere le scuole e le attività commerciali (negozi, ristoranti, centri commerciali, industrie, palestre, teatri, cinema), con un approccio dedicato in funzione del tipo di attività (studiando prima la tipologia dei rifiuti prodotti e poi adeguando il servizio secondo le necessità). E’ fondamentale una massiccia e capillare campagna di responsabilizzazione e informativa con un approccio personalizzato, con helpdesk e sportelli informativi dedicati alle varie tipologie di utenti serviti dal gestore di servizi ambientali (cittadini, attività commerciali, aziende, amministratori di condominio, pubblica amministrazione).
Educazione al riciclo Promuovere, tramite tutti i mezzi a disposizione dell’amministrazione, una dettagliata formazione dei cittadini (anche nelle scuole), sensibilizzandoli ed educandoli ai benefici etici, culturali, ambientali e sanitari della raccolta differenziata, alla riduzione degli imballaggi a favore dei contenitori multiuso, al valore derivato dalla minore produzione di rifiuti (non sporcare è meglio che pulire), alla bellezza del riuso, della riparazione e dell’autoproduzione, alla lotta agli sprechi e alla sobrietà.
Occupazione dal riciclo Esistono, da tempo, imprese che comprano i rifiuti solidi urbani per riciclarli. Ne sono presenti anche nella nostra Regione. Queste usano le varie frazioni della raccolta differenziata (alluminio, plastica, carta e cartone, frazione organica, vetro) come materia prima per le loro attività. Inoltre, in queste aziende, la quota residuale di materiali attualmente non riciclabili può essere trattata a freddo senza incenerimento e tramite impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) con vocazione esclusiva al recupero di materia per riutilizzo industriale. L’amministrazione ne potrà promuovere e agevolare la nascita e lo sviluppo. Il mercato derivato dal recupero e dalla trasformazione dei materiali differenziati diventerà un’ottima occasione per gli imprenditori locali per creare nuove aziende di riciclo e di conseguenza nuovi posti di lavoro. La gestione sostenibile dei rifiuti ha un enorme margine di crescita che potrebbe anche affrancare l’Italia dalle importazioni di materie prime e creare molti nuovi posti di lavoro. Come emerso da diversi studi questo tipo di gestione dei rifiuti e’ in grado di creare un significativo numero di posti di lavoro.
Compostaggio Valutare la realizzazione di piccole stazioni di compostaggio diffuse: nei condomini, nelle scuole, nei parchi, luoghi in cui il compost prodotto può trovare utilizzo diretto avendo eliminato ogni necessità di raccolta e trasporto. Consentire l’utilizzo di sfalci, potature e e materiale vegetale per la produzione di energia con metodi che non comportino combustione. Il M5S Faenza si batte da sempre contro il messaggio totalmente falso, più che altro una bugia interessata, che si vuole far passare: la COMBUSTIONE negli impianti a biomasse produce energia verde (vedi programma sezione Energia). Qualsiasi impianto che fa ricorso alla combustione (sia esso a biomasse o, peggio ancora, a combustibile da rifiuto CDR) immette nell’aria ceneri e fumi tossici contenenti nanoparticelle, che sono estremamente dannose per la salute umana. Ormai sono centinaia gli studi, svolti da medici, scienziati, ricercatori e oncologi in molte parti del mondo, che lo dimostrano. Un esempio per tutti è la battaglia che da anni l’ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente), sta portando avanti su questi temi. Da tempo assistiamo ad una incontrollata proliferazione di impianti a biomasse in tutto il paese e anche nel nostro territorio. Questo quadro drammatico è il prodotto del sistema di incentivazione della combustione delle biomasse che include l’ incenerimento dei rifiuti. Gli incentivi rappresentati dai CERTIFICATI VERDI (forme di incentivazione devolute a chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili, che però vengono elargite anche agli impianti a biomasse e, in parte, agli inceneritori a CDR) hanno innescato un processo speculativo, che ha spinto a dismisura questi impianti a discapito dello sviluppo delle vere fonti di energia rinnovabile, distorcendone il mercato. Questa spinta forsennata alla speculazione verde, vede in prima fila i grandi gruppi industriali, che si sono gettati all’interno di questo “mercato assistito” come mosche sul miele. Dove, nella metafora, il miele è rappresentato dalle bollette elettriche pagate da noi cittadini e, specificamente, attraverso la voce A3.
No al Land Grabbing Il M5S Faenza condanna e condannerà l’operato delle aziende del territorio che si macchieranno di attività di Land Grabbing (cioè di sottrazioni di terreni agli abitanti locali per interessi privati) nei paesi stranieri, in particolar modo in quelli molto poveri del sud del mondo. Il profitto e gli interessi dei privati non possono prevalere su quelli dei cittadini e delle popolazioni di qualunque parte del mondo.
Differenziare negli eventi e feste Applichiamo da subito il divieto dell’impiego “dell’usa e getta” e l’obbligo di raccolta differenziata in tutti gli eventi all’aperto.
Differenziare negli ospedali Introdurre l’obbligo di raccolta differenziata negli ospedali.
Differenziare nei mercati Introdurre l’obbligo di separazione dei rifiuti nei mercati comunali, rionali e nelle feste di quartiere oltre che in tutti gli uffici pubblici.
Mense sostenibili Introdurre l’obbligo nelle mense scolastiche di utilizzo di stoviglie lavabili e riutilizzabili, di acqua del rubinetto in brocca (vietando l’uso bottiglie di plastica) e di cibo sano, a km zero e biologico (anche in parte vegetariano e vegano). Informando i genitori sui vantaggi di queste operazioni.
Ottimizzare l’isola ecologica Ottimizzare l’isola ecologia e renderla più efficiente tramite l’aiuto e il coinvolgimento dei cittadini.
Azioni sulla riduzione della quantità totale di rifiuti prodotta
GDO Realizzare accordi con la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) per la riduzione dei rifiuti facendo pressioni per dare la preferenza a prodotti con minor packaging.
Gestione imballaggi Lasciare in carico ai punti vendita gli imballaggi dei quali per legge sono già responsabili, in modo da stimolarne la riduzione da parte delle aziende produttrici.
Recupero da GDO Controllare la filiera GDO per il recupero dei materiali (che non vengano conferiti a inceneritori ma realmente recuperati).
Vuoto a rendere Sensibilizzare con incentivazione economica, i supermercati ad attuare il vuoto a rendere. Promuovere la creazione di un servizio consortile locale di sterilizzazione dei vuoti resi per rendere economico per i produttori locali il loro riutilizzo.
Informazione sugli obblighi Avviare una maggiore informazione dei cittadini sull’obbligo da parte dei negozianti di ritirare l’usato ogni volta che si acquista un elettrodomestico. Controllare filiera del recupero.
Riuso e recupero Creare centri per il riuso e il recupero dei materiali usati.
Last minute market Attuare il “Last minute market” o iniziative simili, cioè il recupero sul territorio dei beni invenduti (o non commercializzabili) a favore di enti caritativi. Non solo prodotti alimentari, eccedenze di attività commerciali e produttive, prodotti ortofrutticoli non raccolti e rimasti in campo, pasti pronti recuperati dalla ristorazione collettiva di scuole o aziende, ma anche farmaci da banco e parafarmaci prossimi a scadenza e libri o beni editoriali destinati al macero. Combattere la piaga dello spreco ad ogni livello trasformandolo in risorse. Introdurre banchi per i prodotti “Last minute” anche nella GDO.
Più spina Ricorrere nell’ambito della ristorazione collettiva a prodotti alla spina per ridurre la produzione dei rifiuti solidi rappresentati dalla confezioni tradizionali delle bevande (acqua, bibite, ecc…) ed i costi ambientali causati dal loro trasporto.
Distributori di prodotti sfusi Un buon metodo per ridurre i rifiuti è rappresentato dai distributori automatici “alla spina” di latte, di detersivo, di cereali o di altri prodotti dalle caratteristiche idonee, che possono essere posizionati all’interno di supermercati o di negozi. Prodotti della filiera locale per ridurre l’impatto dei trasporti e supportare l’economia locale. L’amministrazione dovrà supportare ed incentivare questo tipo di attività.
GPP Introdurre l’obbligo di “Acquisti Verdi” o Gpp (Green Public Procurement), cioè di prodotti riciclabili o provenienti da materiale riciclato, nelle politiche di acquisto di beni e servizi da parte dell’Ente pubblico. Incentivare l’uso dei pannolini lavabili e/o riciclabili negli asili nido e studiare forme di incentivo per i residenti che scelgono di acquistare pannolini lavabili/riciclabili al posto dei tradizionali usa e getta; introdurre la raccolta differenziata dei pannolini.
Azioni sull’informazione e formazione del cittadino sui temi ambientale
Decrescita Felice Abbracciare e riconoscersi nei valori della Decrescita Felice. Non solo nella teoria ma anche nella pratica. L’amministrazione comunale dovrà promuoverla e portarla negli enti locali, sperimentandola ogni giorno nelle tante progettualità che mirano, tra l’altro, al risparmio energetico, alla consociazione degli acquisti ed a una gestione sensata del territorio. Promuovere la sobrietà e l’autoproduzione attraverso seminari e incontri con la cittadinanza.
Scambio, riutilizzo, condivisione, riparazione Sposare progetti che consistano nella sperimentazione di strumenti per promuovere forme di scambio, riutilizzo, condivisione, riparazione degli oggetti di uso quotidiano, al fine di allungarne il più possibile il ciclo di vita e destinarli al ruolo di rifiuto il più tardi possibile; saranno promosse e supportate iniziative come i mercatini dello scambio e del baratto.
CambieReSti? Valutare l’attuazione del progetto “CambieReSti?” (Consumi, Ambiente, Risparmio energetico, Stili di vita), o altri simili, già adottatto da altri comuni italiani. L’amministrazione (tramite formatori scelti) e i nuclei familiari del territorio si incontreranno e discuteranno sulle soluzioni possibili per consumare meno e meglio, adottando nuovi stili di vita che consentano il risparmio di risorse e di energia, la riduzione dei rifiuti e degli inquinamenti, assicurando anche un risparmio economico ed un miglioramento della qualità della vita.
3.4 Acqua
Premessa
Il programma sull’Acqua Pubblica è stato scritto per il Movimento 5 stelle da 27 milioni di italiani che il 12 e il 13 giugno 2011 hanno sancito il primato del concetto di bene comune sulle logiche del mercato. L’acqua e l’infrastrutturazione di distribuzione non possono essere gestiti formalmente con enti pubblici, ma con criteri privatistici. La nostra idea dell’Acqua, è quella di un bene prezioso ed irrinunciabile, da valorizzare, proteggere, conservare, tutelare. Acqua nostra: buona, di qualità, pulita, economica, bene comune e pubblico.
Azioni
Referendum liquido? Il rispetto del volere popolare. Forti dell’aver promosso ed ottenuto nella passata consiliatura l’inserimento nello Statuto comunale del Diritto all’Acqua come patrimonio pubblico e aver definito il Servizio Idrico Integrato come privo di rilevanza economica, ribadiamo questo concetto essenziale: Acqua come risorsa di importanza primaria non oggetto di interesse economico di privati e non fonte di profitto. Tema di particolare rilievo in quanto nel 2023 scadrà l’affidamento del SII all’attuale gestore HERA. Il gestore del servizio idrico dovrà applicare le indicazioni del Decreto del Presidente della Repubblica conseguente alla vittoria referendaria che sancisce l’abrogazione della norma che consentiva ai gestori di caricare sulle nostre bollette anche la componente della “remunerazione del capitale investito”. E’ un nostro obiettivo portare avanti il progetto del diritto all’Acqua attuando nel concreto quanto affermato finora solo sulla carta: stabilire una quantità pro-capite che il comune erogherà gratuitamente (almeno 15 metri cubi a persona annualmente), garantendo così un bene irrinunciabile.
Acqua, fonte di Salute La qualità della nostra Acqua potabile è una priorità. Garantire ai cittadini l’approvvigionamento di un’Acqua buona e salubre è per noi la base. Bere Acqua del rubinetto di qualità, risparmiare soldi, diminuire il consumo di acque in bottiglia provenienti da lontano valorizzando le nostri fonti territoriali, ridurre l’inquinamento dovuto ai trasporti di questi prodotti ed eliminare i rifiuti che derivano dal loro consumo. Piccoli gesti che possono determinare miglioramenti della qualità della vita sotto svariati aspetti.
La qualità dovrà essere garantita anche rispetto al rischio amianto; individuando le zone della città che sono servite da tubature in cemento amianto (CA), purtroppo presenti in grande quantità, e valutare le migliori possibilità esistenti per procedere ad una bonifica anche parziale e diluita nel tempo (anche attraverso la sinergia tra i vari attori durante un qualsiasi intervento di emergenza, manutenzione, ripristino, ecc.) e procedendo a controlli periodici dell’Acqua eseguiti sia alla fonte che nel luogo di erogazione, per verificare che non ci siano contaminazioni in nessun punto della rete di distribuzione. Ci dovrà essere piena trasparenza sui risultati delle rilevazioni. Il rischio di inquinamento del cancerogeno amianto, proveniente dalle tubazioni per la distribuzione dell’acqua potabile in Italia, viene fortemente e colpevolmente sottovalutato, l’entità del problema dovrebbe corrispondere a circa 100 mila chilometri di tubazioni, secondo una stima del 2013 dell’Arpa Lazio. Anche la situazione in regione Emilia Romagna è molto preoccupante. Il monitoraggio fatto nelle acque potabili di Ravenna nel 1995 ha misurato fino a 2,5 milioni di fibre per litro d’acqua. C’è necessità di una bonifica radicale urgente in tutto il paese. E’ importante garantire rilevazioni periodiche delle condizioni delle acque e delle falde del nostro territorio, specie quelle notoriamente interessate da inquinamento e attuare tempestivamente tutte le misure di bonifica necessarie per restituire salubrità alla risorsa idrica. Promozione uso di Acqua potabile comunale, attraverso l’installazione, la riqualificazione e il ripristino delle fontane pubbliche, presenti in gran numero in diversi punti della città, ma spesso in situazioni di abbandono e incuria.
Acqua, un diritto ben servito Crediamo fermamente sia possibile creare un servizio pubblico capace di erogare in maniera efficiente questo bene, evitando gli sprechi e migliorando ogni aspetto dell’approvvigionamento e della distribuzione. Verifica e controllo dell’efficienza dell’intera rete idrica, ricerca delle eventuali perdite e risanamento dell’intero sistema. Ristrutturazione della rete idrica per ridurne le perdite. Gli acquedotti, le fognature, gli impianti di depurazione e le altre infrastrutture costituiscono il capitale necessario ed indispensabile per lo svolgimento di un pubblico servizio e sono proprietà degli enti locali, i quali non possono cederli. Essi, pertanto, sono inalienabili e gravati dal vincolo perpetuo di destinazione ad uso pubblico.
Una sola Acqua, tanti progetti Prendere esempio da paesi e comuni virtuosi con un solo fine: eliminare gli sprechi di Acqua. Alcuni esempi: doppio circuito, uno per l’Acqua potabile per gli usi alimentari e uno per l’Acqua non potabile per gli altri usi domestici nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni; uso di Acqua piovana per gli scarichi dei servizi igienici; riutilizzo dell’Acqua di cucina per innaffiare, o altro; impianti di fitodepurazione per la depurazione naturale delle acque reflue; adozione di depuratori (in assenza di rete fognaria) nelle abitazioni civili e nelle aziende con possibile contributo economico comunale; promozione di detersivi, prodotti per la casa, per l’igiene e la cura personale, ecc. ecologici e a basso livello di inquinamento; organizzazione di incontri nelle scuole per sensibilizzare gli studenti al risparmio idrico.
Cultura dell’acqua Acqua come bene prezioso, ma esauribile e da preservare, come ricchezza da non sprecare, Acqua come fonte di vita da rispettare. Vera e propria cultura dell’Acqua indirizzata ai suoi primi consumatori, gli esseri umani e finalizzata alla sua valorizzazione in ogni aspetto della vita quotidiana. Campagne di sensibilizzazione dei cittadini (creazione e divulgazione di materiale atto a sensibilizzare la cittadinanza su un uso consapevole dell’Acqua), progetti idonei, politica di risparmio capillare, che mira ad ottenere come risultato naturale l’adozione del risparmio idrico come abitudine, il non spreco come forma di buon senso, la riduzione dell’inquinamento derivanti dai nostri utilizzi come forma di rispetto.
3.6 Tutela e diritti degli animali
Premessa
Il Movimento 5 Stelle di Faenza esprime da sempre, ed in modo chiaro, una forte sensibilità verso i diritti degli animali, mobilitandosi, insieme alle associazioni animaliste, ogni volta se ne presenti l’occasione, per difendere chi non ha voce! Crediamo fermamente che il grado di civiltà di un popolo si evidenzi dal modo in cui gli animali vengono trattati, per questo non poteva mancare, nel nostro programma, un impegno concreto nel tutelare ogni specie vivente da qualsiasi tipo di violenza, maltrattamento, sfruttamento ed abuso su tutto il territorio comunale. Siamo contrari agli allevamenti intensivi, agli interminabili viaggi di trasporto che costringono gli animali in spazi angusti, all’importazione di cuccioli da paesi senza prescrizioni e tutele per l’allevamento di animali, ai combattimenti animali, alla vivisezione, alla caccia e a tutte le tradizioni che comportino sofferenza per gli animali, comprese le macellazioni rituali.
In attesa di leggi più etiche, pretendiamo che vengano rispettati almeno quei provvedimenti che prevedono controlli sull’osservanza delle norme in materia di benessere degli animali.
Azioni
Noi non siamo contro il circo, siamo a favore di un Circo umano, creativo, fatto di acrobati e artisti, ma siamo contrari ad un circo barbaro, che chiama “divertimento” lo sfruttamento di creature la cui vita è ridotta a mera sofferenza e prigionia, solo per trarne profitto. Oggi, grazie alla conversione del decreto-legge n. 91 dell’8 agosto 2013, sulla tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Circo contemporaneo e il Circo senza animali possono finalmente usufruire dei contributi ministeriali assegnati dal Fondo Unico dello Spettacolo.
L’amministrazione dovrà assumere una posizione netta contro i circhi con animali e fare tutto il possibile per evitarne l’attendamento nel Comune di Faenza.
Petardi e fuochi pirotecnici Alcuni Comuni, compreso il nostro, hanno emesso ordinanze per vietare l’utilizzo di petardi e fuochi pirotecnici con sanzioni che arrivano fino a 500 euro, ma purtroppo sappiamo che non risolvono il problema, per carenza di senso civico e mancanza di rispetto della legalità. Siamo consapevoli della difficoltà che le istituzioni hanno nel controllare e fare rispettare questo divieto su tutto il territorio comunale, riteniamo tuttavia indispensabile continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica, soprattutto i bambini, sulla loro pericolosità e sui danni che questi botti causano agli animali che fuggono terrorizzati dai loro giardini e recinti, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio; tutto questo per scappare da un rumore per loro insopportabile, dovuto alla loro soglia uditiva molto più sviluppata e sensibile di quella umana.
Sul tema delle Deiezioni canine la Cassazione ha dettato le regole di comportamento che i proprietari devono tenere quando portano a spasso il cane ed ha stilato una sorta di vademecum: il proprietario deve mettere in atto una attenta vigilanza sui comportamenti del suo cane. Le deiezioni sono un problema da gestire con educazione e senso civico, ma anche una esigenza del cane che non sempre si può inibire, perché il confine tra controllo e maltrattamento è breve. Il Comune, oltre ad assicurare la presenza e la cura di spazi nelle aree verdi per le deiezioni canine, utilizzerà ogni strumento di sensibilizzazione rivolta ai cittadini, anche attraverso gli enti e le associazioni animaliste già presenti sul territorio.
Per quanto riguarda il soccorso ad animali domestici coinvolti in incidenti stradali crediamo sia necessario: dotare le pattuglie della Polizia Municipale del lettore microchip (dal costo molto basso) con possibilità di accedere in caso di emergenza all’anagrafe canina in tempo reale sulle 24 ore, in modo da poter avvisare istantaneamente il proprietario; attenersi al decreto ministeriale sulle linee guida delle ambulanze veterinarie in quanto ci risulta che chi interviene ora non utilizza ambulanze veterinarie ma semplici furgoni; verificare/valutare le possibilità e le disponibilità per ripristinare la reperibilità di un veterinario nell’Unione dei Comuni per le ore notturne, festivi e prefestivi e concordare l’attivazione di quelli in servizio all’Ausl nei giorni feriali.
3.5 Energia
Premessa
Non basta rispettare gli impegni presi nei consessi internazionali riguardo l’efficientamento per gli utilizzi dell’energia è prioritario, in quanto più del 50% dei consumi di energia sono costituiti da sprechi e uso inefficiente. La politica energetica nel nostro paese viene impostata maggiormente sulla ricerca e stoccaggio degli attuali combustibili da fonti fossili e ricerca illusoria di fonti rinnovabili illimitate e pulite che siano in grado di sostituirli, trascurando o considerando in minima parte invece l’efficienza e il risparmio energetico. Sosteniamo una politica energetica prioritariamente indirizzata verso la riduzione dei consumi energetici e la diffusione di tutte le tecnologie che consentono di ridurre gli sprechi e aumentare l’efficienza, questo come pre-requisito per accompagnare lo sviluppo delle attuali fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico ecc.), in quanto queste ultime, se non si riducono gli sprechi, ad oggi non sono in grado di coprire il fabbisogno fornito dalle fonti fossili, pertanto attualmente la migliore energia è quella risparmiata, non quella prodotta. A fronte di questo, ogni realtà locale, (comuni, regioni, ecc.) con scelte migliori, coraggiose, indipendenti e più restrittive delle legislazioni nazionali ed europee, deve agire in maniera virtuosa ed essere di esempio legiferando sul proprio territorio.
Azioni
Contenimento dei consumi energetici ed energie rinnovabili Promuovere sia gli incentivi ora disponibili per il risparmio energetico nelle ristrutturazioni edilizie, che la conoscenza delle articolate e più avanzate tecniche di contenimento del fabbisogno energetico degli edifici: case passive; per solare termico, fotovoltaico e micro cogenerazione, microeolico. Attuare la ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio pubblico. Modificare eventuali vincoli urbanistici che vietino o osteggino l’installazione di pannelli fotovoltaici/solari sui tetti degli edifici del Centro storico.
Vincoli alle centrali Introdurre il divieto di costruzione sul territorio faentino di nuove centrali e impianti superiori a 3kwh per la produzione di energia elettrica, alimentate da qualsiasi combustibile per disincentivare il profitto sulla produzione e vendita di energia elettrica e per un uso più razionale delle fonti energetiche in generale. Le centrali e impianti che producono una quantità di energia da combustione superiore all’autoconsumo saranno soggetti di un attento e severo controllo sulle emissioni e il loro impatto sulla salute e sull’ambiente. Previsione di una tassazione aggiuntiva che colpisca l’eccedenza di produzione.
Disincentivi alle centrali Disincentivare la costruzione di impianti a fonti rinnovabili superiori a 3kw, per evitare lo specifico impatto ambientale che ne deriverebbe e contrastare la speculazione finanziaria sulla produzione di energia.
Coltivare per mangiare Vietare in tutto il territorio coltivazioni volte alla produzione di biocarburanti e contrastare la possibilità di importare gli stessi da zone lontane o molto lontane (altri continenti), con tutti i problemi ambientali che ne derivano.
No allo stoccaggio sotterraneo Vietare la costruzione di impianti di stoccaggio combustibile sotterranei di qualsiasi dimensione e attuare un piano di smantellamento o trasferimento degli esistenti.
ESCO Dove non risultano reperibili finanziamenti specifici, incentivare le ristrutturazioni energetiche degli edifici pubblici con società ESCO (Energy Service Company) che offrono formule contrattuali e servizi finalizzati alle riqualificazioni degli impianti per l’accrescimento dell’efficienza energetica, con costi pari a zero da parte dell’Amministrazione comunale nel breve periodo e a guadagno significativo nel lungo periodo.
Incentivi al risparmio energetico Incentivare i comportamenti virtuosi in termini di risparmio energetico e della riduzione delle emissioni di CO2 penalizzando e sanzionando i comportamenti dissipativi. Agevolazione delle spese burocratiche di concessione per edifici in bio-edilizia.
Educazione al risparmio energetico Effettuare campagne di sensibilizzazione nelle scuole mirate a ridurre il consumo di energia e a promuovere negli studenti una più alta conoscenza ed impegno nell’uso della stessa, sia nella scuola che nella vita di tutti i giorni.
NO al nucleare Il M5S Faenza si schiera e si schiererà con tutte le forze contro l’utilizzo dell’energia nucleare, sia nel nostro territorio sia in tutto il Paese. Il volere dei cittadini italiani espresso con il Referendum del Giugno 2011 deve esere rispettato. Faenza deve essere un comune denuclearizzato. Il futuro dell’energia è nelle rinnovabili, non certo in una fonte come il nucleare che pone enormi problemi ambientali, economici, sociali e di sicurezza.
-incentivare il verde verticale (sulla facciata delle case e sui tetti)
-incentivare dispositivi di riciclo acque reflue, anche in condominio (esistono impianti monofamiliari, molto innovativi, diffusi nei paesi nordici ma poco in italia)
-incentivi a chi acquista pannolini lavabili
-pannolini lavabili anche nei nidi
-incentivare un servizio di lavaggio stile Lavanda a Bologna
-Il ceas deve proporre un progetto complessivo sull’ambiente, per spingere le scuole ad essere più ecologiche in tutti i campi (stile ecoschool, o ecolabe school, o km verdi) da tempo noi associazioni ambientaliste spingiamo questi progetti ma senza risultati.
-Acqua: aumento delle fontanelle pubbliche (ogni 400 metri deve essercene una) e mappa delle fontanelle pubbliche.
-Progetto Famiglie rifiuti zero con monitoraggio rifiuti (stile Capannori)
-Compostaggio domestico (anche in terrazzo è possibile). La compostiera hera (( e il relativo sconto) deve essere dato anche a chi dimostra di avere un orto urbano e coltivarlo.
-Negli orti urbani deve essere permesso di piantare 1 albero da frutto ogni orto (attualmente non è permesso) gli orti andrebbero separati da siepi in modo da favorire la biodiversità. Sempre riguardo agli orti, vanno resi più stringenti e chiari i regolamenti per impedire i fitofarmaci.
-Da qui al 2025 il comune potrebbe investire in pannelli fotovoltaici sui tetti dei condomini, (in primis della case popolari), in modo da avere un’entrata e contribuire all’energia rinnovabile
-comunità solare locale
-ordinanza: divieto di abbattimento di alberi sani, anche in zone private. Gli alberi vanno considerati come “animali domestici”. So che è una presa di posizione forte, ma non se ne può più di alberi abbattuti per far posto ai garage!!
Altre nostre osservazioni sono osservabili nel nostro documento XR sul Paesc!