Modifica zonizzazione acustica alla Caviro. Un voto sconfortante, una cecità assoluta
Qui potete vedere il video dell’intervento del Consigliere del M5S Palli durante il Consiglio comunale di ieri sera (ultimo punto dell’Odg, dal minuto 03.54.49 – scorrendo il menù a tendina sottostante potete andare direttamente alla parte del video desiderata).
Nel Consiglio della scorsa consiliatura del 15 Dicembre 2014 in trasferta a Reda (quello dell’approvazione del tristemente famoso Odg sulla famiglia naturale – il PD era davvero in formissima quella sera…) fu approvata la prima parte della delibera in questione.
Quella della variante urbanistica per trasformare 21 mila metri quadrati di terreni agricoli confinanti con l’azienda Caviro in lotti urbanizzati da cementificare (capannoni e piazzali per trito-vagliatura della biomassa).
Il documento fu presentato quando non si sapeva ancora niente del nuovo inceneritore Enomondo (o meglio la cittadinanza e l’opposizione non sapevano niente, l’amministrazione si).
Poi guarda caso, due giorni dopo, il 17 Dicembre, Enomondo presenta il progetto in Provincia.
Progetto di realizzazione del nuovo inceneritore a cui ieri sera in Consiglio l’amministrazione ha definitivamente aperto la strada con l’approvazione della seconda parte della delibera, che prevede la modifica della zonizzazione acustica dalla classe 3 alla 5.
Questa è la realtà.
In commissione e in Consiglio il PD ha ribadito che questa delibera non c’entra nulla con la realizzazione o meno della nuova caldaia, ma che questo capannone servirà a spostare nella zona dell’azienda la lavorazione delle biomasse per l’impianto già esistente.
Formalmente è vero, siamo d’accordo.
Ma nella realtà, questi piazzali e questi capannoni saranno utilizzati anche e soprattutto quando il nuovo progetto Enomondo andrà in porto e la quantità di biomasse da lavorare sarà di molto superiore.
Raccontare il contrario, dire che le due cose non sono collegate, significa continuare a prendere per i fondelli i cittadini.
Al primo Consiglio utile siamo ancora qui ad avvallare gli inceneritori, alla faccia del cambiamento sperato con la nuova Giunta, alla faccia dei tantissimi cittadini che hanno espresso la loro contrarietà a questa operazione, alla faccia del Comitato Cif appositamente nato che ha raccolto migliaia di firme.
Noi ribadiamo nuovamente la nostra contrarietà a questo progetto perchè secondo noi andrà ad aggravare la già critica situazione.
Verranno sostituite tre caldaie spente o poco utilizzate con una attiva, non è possibile continuare ad affermare che le immissioni diminuiranno…
D’altronde anche nell’ultima relazione sul bilancio emissivo depositata in Provincia c’è scritto chiaramente che nei prossimi 5 anni si inquinerà di più, per poi arrivare, secondo la società, ad una fantomatica emissioni zero…
Bilancio molto ottimista, che noi, in base alle tante anomalie del progetto, non condividiamo assolutamente.
Ora Caviro dispone di 4 caldaie, una attiva e tre lasciate spente come riserva fredda e attivate solo in caso di emergenza per 1000 ore all’anno di funzionamento. Queste tre vengono sostituite con una sempre in funzione per 7.800 ore all’anno (basta leggere la relazione tecnica).
Questa sarà anche migliore e di ultima generazione ma andrà a bruciare più materiale che si sommerà alle 114 tonn/annue già autorizzate nell’impianto attualmente attivo (di cui 35.00 da CDR) Alla faccia della dichiarazione assolutamente falsa ed inaccettabile dell’Amministratore delegato di Caviro Celotti, che qualche giorno fa in un allucinante articolo spottone sull’azienda sosteneva testuale che “attualmente alla Caviro non si brucia CDR”. Per quanto ci riguarda si può solo vergognare di fare questa disinformazione.
L’aumento di quantità di CDR bruciato, presente subito in grande quantità nel progetto, è stato ritirato da Enomondo, solo grazie alle polemiche dei mesi scorsi che hanno convinto l’amministrazione a fare pressioni sull’azienda.
Noi siamo contro agli impianti a biomassa, che non sono altro che veri e propri inceneritori.
Il Comune impedisce giustamente ai singoli cittadini di bruciare sfalci e potature, non può poi autorizzare la combustione degli stessi materiali a gruppi societari che spacciano tale processo di combustione come produzione di energia verde.
Qualsiasi impianto che fa ricorso alla combustione (biomasse, cdr…) immette nell’aria fumi tossici che contengono nanoparticelle estremamente dannose per la salute umana.
Ormai sono centinaia gli studi che lo dimostrano, non lo dicono solo i grillini.
Altro che i camini del sindaco…
Da tempo assistiamo ad una incontrollata proliferazione di questi impianti anche sul nostro territorio.
Tutto è dovuto esclusivamente al sistema di incentivazione rappresentato dai Certificati Verdi (dati a chi produce energia da fonti rinnovabili, ma elargiti anche a biomasse e in parte agli impianti a CDR, grazie ai nostri governanti che si sono succeduti in questi anni che hanno aggiunto nella legge la parola “e assimilati” dopo “fonti rinnovabili”…).
Si è innescato un processo speculativo, alla faccia della salute dei cittadini, che spinge a dismisura questi impianti a discapito delle vere fonti rinnovabili, distorcendone il mercato.
Questa speculazione vede in prima fila i grandi gruppi industriali, come Caviro e come le altre nostre distillerie, che costruiscono al loro interno impianti grandi o enormi che producono una grande quantità di energia, ben oltre l’autoconsumo, che viene poi rivenduta in rete.
Aziende che si sono gettate all’interno di questo “mercato assistito” come mosche sul miele, dove il miele è rappresentato dalle nostre bollette elettriche, alla voce A3.
Per noi bisogna andare verso lo stop ad adeguamenti e ampliamenti degli impianti esistenti, il divieto a costruirne dei nuovi, la lotta alla combustione verde, la tassazione della quantità di energia prodotta da combustione eccedente all’autoconsumo, il ritorno della gestione dei rifiuti “in house”, la raccolta differenziata porta a porta e la strategia Rifiuti Zero.
Tutto questo è stato ribadito ieri sera in aula dal Consigliere Palli del M5S che ha concluso il suo intervento annunciando il voto contrario del proprio gruppo ed invitando tutto il Consiglio ad avere almeno uno scatto di buon senso e dignità, aderendo all’appello del Comitato Cif e delle altre associazione ambientaliste uscito in questi giorni, sospendendo e rimandando a data da destinarsi la discussione del documento. Perlomeno dopo che tra pochi giorni la Provincia comunicherà il risultato dell’esame condotto sui documenti presentati dalla società, scegliendo tra approvazione definitiva, diniego o trasformazione della procedura di screening in una Valutazione di Impatto ambientale che consisterà in una ripubblicazione della documentazione.
Facendo poi, insieme alla società Enomondo, totale chiarezza sul progetto.
Purtroppo l’appello è caduto nel vuoto e la delibera è passata con i voti della maggioranza.
Un comportamento davvero triste e sconfortante che dimostra, ancora una volta, la cecità assoluta del Partito Democratico in tema di salvaguardia dell’ambiente e tutela della salute.
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